Giro/Il mio viaggio al Giro d’Italia

 

Articolo su Gente Veneta

 

«Il mio viaggio al Giro d’Italia»


Alberto Fiorin percorrerà ogni tappa il giorno prima


Loro pedaleranno spediti, ciascuno concentrato sul proprio obiettivo di gara, dita serrate sui manubri, fronte bassa, occhi incollati sulla strada. Lui invece la strada la assaporerà, apprezzandone ogni dettaglio, con «lo sguardo del viaggiatore». Ma sarà comunque in sella sulle due ruote e quei 3496 chilometri li macinerà tutti, non uno di meno.

Alberto Fiorin, il ciclo-scrittore veneziano, è pronto per una nuova avventura: pedalerà al giro d'Italia, ma partendo un giorno prima rispetto ai ciclisti della "Corsa rosa", in gara dal prossimo 7 maggio.

Una sfida romantica, più che sportiva la sua. Certo, Fiorin in queste settimane si sta allenando come fa ogni ciclista che stia per intraprendere un lungo viaggio in bicicletta. Ma, appunto, il suo sarà un viaggio non una gara. Da gustare e da raccontare.

«Sarà un viaggio attraverso il Paese, rendendo omaggio, come il Giro, ai 150 anni dell'Unità d'Italia. Non a caso - spiega Fiorin - quest'anno vengono toccate ben 17 regioni e si percorre in lungo e in largo la penisola. Il Giro è un evento popolare per eccellenza, che da sempre unifica l'Italia. Io vorrei raccontare tutto questo, con gli occhi di un viaggiatore curioso».

Viaggiatore e scrittore Fiorin lo è da tempo: 51 anni, veneziano d'acqua con la bicicletta in cantina sempre pronta per le uscite, Fiorin ha fatto del pedale la propria ragione d'essere e il proprio mestiere. Numerose sono le guide per ciclo-viaggiatori realizzate per la casa editrice specializzata Ediciclo, e sono quasi dei romanzi i reportage scaturiti dalle sue spedizioni (è stato a Gerusalemme, ha guidato la spedizione per Pechino, è arrivato a Capo Nord e in Egitto, sulle tracce dell'archeologo Belzoni, vedi GV 40 del 2009).

Una vena letteraria, quella di Fiorin, che ben si sposerà con le tappe del Giro d'Italia, da sempre fonte di penne ispirate, anche se solitamente concentrate più sul racconto del gesto sportivo che sul contesto culturale e paesaggistico.

«Invece io racconterò quello che i ciclisti non vedono, perché troppo impegnati nella gara. Racconterò - prosegue - aspetti del territorio attraversato dalla corsa che di solito passano in secondo piano anche nei resoconti delle dirette televisive o negli articoli sulla carta stampata». L'idea è infatti quella di pedalare ma anche di fermarsi quando ci sia un monumento da segnalare o una persona da intervistare:

«Sto individuando un personaggio per tappa, che potrà fare qualche chilometro in bici con me oppure che mi aspetterà in qualche trattoria». E non è un posto a caso, la trattoria, perché un altro degli aspetti che il viaggio a tappe di Fiorin lungo il Giro d'Italia metterà in evidenza, sarà quello enogastronomico, con le tradizioni culinarie delle singole località visitate illustrate in un'apposita rubrica, che si intitolerà "Bici e Cibi".

Il reportage sarà tutto leggibile in internet, anche se su questo aspetto è doveroso non scrivere oltre, per il momento, perché in questa anticipazione che Fiorin ha voluto regalare a Gente Veneta, ci sono ancora dei tasselli da mettere a punto, compresi alcuni contatti con importanti media nazionali dove - se tutto andrà a buon fine - potremmo leggere giorno per giorno, tappa dopo tappa, il racconto di Fiorin.

Sul piano pratico l'avventura del ciclo-scrittore sarà accompagnata dal supporto di un pulmino, per i bagagli e le tecnologie necessarie e da un ciclista che condividerà le fatiche del percorso. Percorso che, è il caso di ricordarlo, prevede non solo le tappe in bici ma anche una sfilza infinita di spostamenti in auto. Questo perché il Giro d'Italia negli ultimi anni si è sempre più discostato da quel lungo serpentone continuo, dove la città di arrivo era anche la città di partenza del giorno dopo. Ora si arriva in una località ma si riparte altrove, a chilometri e chilometri di distanza. E anche Fiorin, con i suoi accompagnatori, si sobbarcherà la bellezza di 2800 chilometri in pulmino da un capo all'altro della penisola. La squadra è più numerosa di quel che si può immaginare, perché non ci sarà un solo autista di pulmino e un solo ciclista accompagnatore: «Difficile trovare qualcuno che possa stare lontano da famiglia e lavoro per tre settimane - ammette Fiorin, pensando con gratitudine alla moglie e al figlio solidali con le sue avventure - per cui ho suddiviso il percorso in tre tranche e saranno altrettante le équipe che mi seguiranno. La cosa bella è che si tratta di persone che hanno tutte condiviso con me qualche altra avventura, chi è venuto a Mosca, chi a Pechino, chi a Gerusalemme... Sono il mio passato e il mio presente. Oltre ad essere tutti dei carissimi amici».

Zoncolan, Grossglockner, Etna, Gardeccia, Tonale, Aprica, Fedaia... Salite che faranno la storia del Giro 2011 e con le quali si cimenterà anche Fiorin. «Mi sto allenando, so che sarà dura. Conto di partire al mattino molto presto per avere il tempo necessario a realizzare i miei reportage. Ho fatto del viaggio lento la mia ragione di vita. Di certo - conclude - non mi metto a correre proprio adesso».

Serena Spinazzi Lucchesi

venerdì 25 marzo 2011

 
 

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