Finale
Finale
Dalla Sicilia al Trentino, abbracciato dall’Italia
In Giro per l’Italia
Milano, la fine. E allora ripartiamo dall’inizio. L’idea era viaggiare e non gareggiare, osservare ciò che i campioni non vedono. Ma si fa presto a dirlo: farlo con quei ritmi è stata una sfida in più. Per afferrarla davvero questa Italia che le ruote hanno divorato, meglio preferire un altro passo. Ma molto c’è rimasto attaccato addosso: i segreti dell’Italia della provincia, della solidarietà, dei tricolori esposti alle finestre, dei mille paesini. L’impressione di un Paese assai più unito di quanto non ci vogliano far credere. Dalla Sicilia al Trentino, dalla Toscana al Molise, da Zafferana Etnea a Pontida abbiamo visto srotolarsi sull’asfalto un sottile filo di comunanza, di partecipazione, di fratellanza. E diversità immense e faticose da tenere assieme: pievi medievali e orribili zone industriali, mari turchesi e rigagnoli inquinati, distese di fiori e di pannelli solari, asfalti butterati e sterrati levigati. Abbiamo ascoltato la voce dei boschi e l’assordante fragore del traffico pesante, abbiamo visto le streghe pettinarsi e la Madonna seduta su un paracarro del Passo Fedaia. Abbiamo visto crescere progetti e realizzazioni di piste ciclabili. La speranza futura. Il bicchiere mezzo pieno. Perché questo paese ha assolutamente bisogno di una mobilità più dolce
Finale di partita, né triste né solitario
È tutti finito e mi sento (s)finito. Esperienza notevole, formativa, un tuffo a ritmi (per me) infernali in un’Italia percorsa da Nord a Sud, da Est a Ovest facendo un frullato di città, nomi, monumenti, paesaggi, montagne, fiumi, odori, sapori, ricette, salite. E sfibranti spostamenti in macchina dalla sede d’arrivo a quella della partenza successiva. Non si uccidono così anche i cavalli. Adesso – a muscoli ancora bollenti – è difficile districarsi in questo dedalo di sensazioni su cui domina incontrastata la fatica. Una fatica al limite dell’oltraggio. Che la notte ha generato sonni bui privi di sogni. E che ha trasformato il soprassella in una carta geografica in 3D. Ma già spunta la soddisfazione di aver conosciuto più a fondo l’Italia, di aver incontrato luoghi e persone che hanno lasciato forti impronte nel cuore. Abbiamo sorriso davanti a cartelli stradali come Fighine, Pisciarello, Chiavari, Rottofreno (con scongiuri), Prata di Principato Ultra, Bondì, Guardia Piemontese (in Calabria), Mezzolombardo (in Trentino), Mareneve (sull’Etna), Monte Vidon Combatte, Tualis, Trafficanti e Dagnente.
Aiuti e incoraggiamenti
Abbiamo trovato decine e decine di “estranei gentili”, cioè persone che per puro piacere ci hanno aiutato, accompagnato in bicicletta, indicato la strada, offerto una birra o un semplice boccone solo per sentirsi utili e partecipi. Senza secondi fini. Che l’Italia reale sia molto più buona di quanto essa stessa non creda? Che sia questa è la nostra indole, anche se ci ubriacano con altre idee? Ci hanno salutato dicendoci cerea, mandi, assabinidica, sani, bona jurnata. Abbracciandoci a dispetto del nostro sudore. E penso ai ciclisti della domenica di Pescara – Rocco, Peppino e Patrizio – a Isidoro, ad Antonio o’ professore, alla sconosciuta e bella ciclista di Pesaro, a Efrem con padre moglie e figli. E agli amici che hanno aperto le loro case per ospitarmi: Gianni e Aurelia, Simona, Anna e Gianni, Dharma e Daniela, Matteo e Marina. E a coloro i quali mi hanno guidato attraverso il loro territorio per farmelo conoscere e apprezzare o raccontato belle storie come Valentino Rolando, Francesco Aguzzi, Alessandro Bossini assieme a Davide, Alberto Muti, Alessandro Marinaro, Alessandro Ricci, Paolo Merlini, Daniele Pontoni, Alex Bellini, Matteo Scarabelli, Giovanni Malgaroli, Roberto Peja.
Indispensabili
Mai sarei riuscito a realizzare questo progetto, questo vero e proprio sogno ispiratomi da Toni l’alpino – che negli anni ’70 attraversava a mani alzate tutti i traguardi di tappa precedendo il Giro ai tempi di Torriani e Adriano De Zan – senza di loro. I miei angeli custodi. I miei compagni d’avventura che si sono avvicendati a coppie, uno al volante e l’altro al manubrio, per accompagnarmi lungo la penisola. Sono Aldo e Romeo, Mauro, Alberto e Franco, Paolo e Dino. Altrettanto fondamentale è stato l’aiuto ricevuto dalle persone che mi hanno supportato cioè gli Archivi Ambrosiani, Ediciclo Editore, Cannondale nella persona di Simone Maltagliati, gli infaticabili fratelli Scavezzon, Gore bike wear, Sara Sport e Canon, come pure gli Enti turistici e le Associazioni alberghiere delle sedi di tappa.
Quando finisce un viaggio il sapore in bocca è sempre un po’ agro-dolce, la conclusione di una parentesi esaltante e il ritorno alla normalità. C’è sempre il bisogno di schiudere il prossimo cassetto, di gettarsi a capofitto in un altro progetto.
E se il prossimo anno fosse «Le tour avant»?
I servizi sono realizzati in collaborazione con:
Archivi Ambrosiani, Ediciclo Editore, Cannondale, Scavezzon, Gore bike wear, Sara Sport, Canon
e con gli Enti Turistici, Associazioni Albergatori e Comuni di:
Langhe Roero Alba, Reggio Emilia, Costa degli Etruschi Piombino, APT Umbra Orvieto, Sapri, Alba Adriatica, Regione Marche, Hotel Tre Querce di Camerano, fam. Pontoni, Lienz, Consorzio di Promozione Turistica Marca Treviso, Consorzio Turistico Provinciale di Sondrio
domenica 29 maggio 2011
GRAZIE A TUTTI!!!