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La Borgogna in bicicletta

 

Sette giorni di relax. O meglio, del relax che piace a noi, cioè attivo. Una piacevolissima settimana di cicloturismo in Borgogna, regione francese tutta da scoprire tra vigneti e castelli, abbazie (Cluny) e piste ciclabili, canali navigabili e campi di girasole. Ennesimo territorio dove bici e cibi si sposano egregiamente, tra senape e grandi cru, cantine e trattorie, pesci di fiume e “terrine”, pastis e scollina menti.

Il tutto unendo tre belle piste ciclabili, quella della “Borgogna meridionale” da Macon a Chalon sur Saone, quella dei “Grandi Vigneti” da Chalon a Digione e quella “Lungo il canale della Borgona”. 350 chilometri in tutto di delizioso pedalare, per la maggior parte su strade protette e in minima parte su strade a basso traffico. Consigliabile anche per le famiglie. A parte qualche strappetto sui colli che ospitano i vigneti, tutto è fattibile con estrema facilità. Ma anche questi piccole fatiche sono compensate dalla bellezza che ci si conquista dalle sommità. E gli occhi godono molto di più di quanto le nostre gambe non soffrano…

Per la prima volta questo nostro viaggio lo intraprendiamo non solo come famiglia ma anche con altri due amici cicloturisti del Lido, Piero e Marina, che si sono uniti entusiasticamente a noi per condividere l’esperienza di un viaggio su due ruote non organizzato, come loro negli ultimi anni hanno effettuato. E l’unione dei singoli ha fatto decisamente la forza del gruppo. Tutto ok.


1 tappa Cluny-Chalon sur Saone km 54

Dopo il lungo trasferimento in macchina da Venezia fino a Cluny (unica nota dolente del viaggio, ahimé è sempre più difficile raggiungere via treno le destinazioni più lontane – ma spesso anche quelle italiane – e in questo caso il viaggio è stato di circa 800 km), ci catapultiamo nell’atmosfera francese nella più medievali delle cittadine borgognone, una vera città-abbazia data l’importanza di quest’ultima nella storia – non solo religiosa – europea. Il piccolo albergo (Hotellerie d’Eloise, consigliatissimo) è splendido, con terrazza sul fiume e sala da pranzo aggettante sulle acque. Manca solo la musica di fisarmonica di sottofondo (ma io la sento lo stesso) ed eccoci nella “vie en rose”…







































La mattina visitiamo la cattedrale, immensa, austera, imperdibile e poi, attorno a mezzogiorno ci dirigiamo verso la nostra meta attraverso la prima (in senso temporale) pista ciclabile di Francia, una via verde, una vecchia ferrovia riutilizzata come pista ciclo-pedonale (ma frequentata anche da tantissimi pattinatori) il che ci fa capire come sia perfettamente asfaltata. Evviva. Si insinua tra i boschi e i primi vigneti, e si incontrano spesso le vecchie stazioncine, alcune abbandonate altre trasformate in punti informativi per la ciclabile. Non c’è moltissimo rifornimento d’acqua lungo il percorso ma si passa molto vicino a parecchi paesi quindi non c’è alcun problema… Visitiamo gli abitati di Cormatin, St Gengoux le National e Buxy, impreziosita da una bella torre medievale, all’ombra della quale ci meritiamo un bel gelato. Un albergo molto spartano non ci impedisce di certo di apprezzare la bella Chalon e la sua isola sul fiume Saone.




















2 tappa Chalon sur Saone – Beaune km 65

Oggi è il trionfo dei vigneti, la zona dove crescono i più importanti crù della Borgogna (e forse della Francia) e si capisce quanto siano preziosi dalla cura con cui li coccolano e anche dal prezzo, a parer nostro spesso esagerato. Ah, la grandeur della Francia. Se anche noi in Italia applicassimo lo stesso grado di valorizzazione dei prodotti sarebbe tutta un’altra cosa… La presentazione infatti, anche dei piatti, è decisamente curata ma la qualità non è per forza superiore: l’abito non fa il monaco. E spendere 10 euro a cena per una caraffa da mezzo litro di vino da pasto ai nostri occhi appare esagerato. Ma tant’è…





















Pedaliamo letteralmente sperduti tra le vigne, ai nostri fianchi solo il lavoro indefesso dei vignaioli che curano con amor paterno i preziosi grappoli. Assistiamo alle manovre di trattori alti e stretti che passano sopra le vigne, molto più basse che da noi, accarezzandole con la pancia. Un gesto quasi erotico. Le indicazioni sono molto frequenti e ci sbagliamo una sola volta… Qualche strappo più intenso del previsto ci fa rallentare ma la bellezza che ci circonda mette tutto in secondo piano. Diciamo che siamo nel cuore della Borgogna, facendo le debite proporzioni, tra la Borgogna e la Cote d’Or c’è lo stesso rapporto che c’è tra la Toscana e il Chianti.

E poi, all’arrivo ci attende Beaune. Omen nomen. Bellissima.




















3 Tappa Beaune- Marsannay km 40

La visita dell’Ospizio de Dieu, l’ospedale dei poveri, vale da solo l’intero viaggio. Tetti sgargianti, torri affusolate, stanze riccamente arredate e affrescate, la storia di un’istituzione a tutela della povertà. In un territorio molto caro ai duchi di Borgogna.




















E il Museo del Vino… Ancora vigneti, sempre a perdita d’occhio. Qui la pista ciclabile è ancora in fase di realizzazione ma si pedala su strade dipartimentali a basso traffico, non ci accorgiamo quasi della differenza, se non per un’unica escursione sulla nazionale che non riusciamo a evitare. Solo 4 chilometri. E poi, dopo la bella Nuits St Georges riprendiamo la strada dei vigneti puntando verso Digione. Decidiamo poi di fermarsi prima del capoluogo borgognone perché quando si viaggia in bici si ha voglia, almeno così capita a noi, di starsene in campagna, nei piccoli borghi, senza affrontare le grandi città, che comunque visiteremo all’ultimo giorno del viaggio. E così ci si ferma a 12 km dal Digione, precisamente a Marsannay e scegliamo un alberghetto con piscina per rilassare noi e anche le membra di qualcuno che cominciano a farsi sentire…





















4 tappa Marsannay- Pouilly en Auxois km 69

Cerchiamo di evitare il traffico convulso di Digione, che dobbiamo èer forza di cose sfiorare e, incredibilmente, ce la facciamo, puntando subito sul laghetto Kir e sul canale di Borgogna, che d’ora in poi seguiremo pedissequamente lungo l’omonima ciclabile. Anche questo fa parte dei progetti di canalizzazione creati in Francia tra XVII e XIX secolo, con tante chiuse e incantevoli panorami.





















Il fatto che tutti questi canali (il più famoso è quello del Midi che noi abbiamo percorso due anni fa, da Tolosa a Sete, sul Mediterraneo) abbiano sempre una pista ciclabile al fianco ce li fa apprezzare ancor di più, come ci fa valutare positivamente il popolo francese. Chiuse, chilometri ciclabili, che sono sterrati anche se assolutamente pedalabili (io e Fausto abbiamo una bici da corsa che guidiamo senza alcun problema), panorami rilassanti, alberi, verde, panchine. Insomma, un piccolo paradiso. E sempre bei paesini, a volte molto piccoli, ma che ci soccorrono per le spese del pranzo, che consumiamo “al sacco” sulle rive del canale. Dejeuner sur l’herbe. E poi ancora tantissimi castelli, affascinanti, incantevoli.





















5 tappa Pouilly en Auxois-Pouillaney km 56

Si continua sempre lungo il Canale della Borgogna, che arriva fino a Montabard ma un giorno anche fino a Auxerre, la qual cosa consentirebbe di unire anche il percorso lungo il canale Nivernais, fino a Nevers. Continuano i castelli, che si specchiano a volte sulle acque del canale, continua pure lo sterrato che in alcuni tratti si fa anche un po’ più impegnativo ma sempre nei limiti della scorrevolezza. Le case con i tipici inserti di legno a vista sulla facciata, il verde intenso delle fronde, il candore delle mucche al pascoli, qualche criniera di cavallo svolazzante: fotogrammi del nostro viaggio lento, con ritmo rilassato. Piacevolmente cicloturistico. E la sosta serale avviene nell’albero di un paesino di 350 anime. In perfetta linea col viaggio.





















6 tappa Pouillaney-Montbard km 26

La tappa di oggi è tutta dedicata alla visita dell’abbazia di Fontenay, patrimonio dell’Unesco. Spettacolare, immersa nel verde di una foresta che costringe per forza alla pace e al raccoglimento. Non c’è scampo. Giardini curatissimi, patrimoni culturali immensi, spiritualità traboccante da questa che comunque è un’abbazia in mano ai privati (un paio di secoli fa era appartenuta alla famiglia Montgolfier che l’ha trasformata in cartiera…). Ne valeva veramente la pena. Poi ci rechiamo a Montbard: di fatto il nostro viaggio è quasi finito. Abbandoniamo infatti il Canale di Borgogna e torniamo in treno a Digione, che visiteremo nel pomeriggio. E adesso, non più in bici, ci godiamo il bel capoluogo della Borgogna, con lo splendido centro storico, la cattedrale e le viuzze medievali. E domani completeremo il nostro rientro recandoci, sempre in treno, a Macon.





















6 tappa Macon-Cluny km 26

Ecco, il viaggio in treno ci ha portato a Macon, dopo una mattinata spesa a Digione a visitare il mercato e a comprare un po’ di senape locale… Giunti a Macon c’è ancora l’ultima incombenza, raggiungere le macchine a Cluny. La pista ciclabile, la via verde del primo giorno, la vecchia ferrovia, parte esattamente da Charnay la Macon, dalla stazione trasformata in un punto di informazioni e di noleggio bici. Ci avviamo verso gli ultimi 18 chilometri che saranno i primi bagnati, seppur leggermente. In effetti in questo viaggio siamo stati baciati dalla fortuna, sempre bel tempo, sole e un caldo ma i troppo intenso. Insomma, un clima ideale. Eccoci quindi dirigersi verso Cluny e affrontiamo anche il Tunnel du Bois Clair, la galleria ciclabile più lunga in Europa, 1600 metri perfettamente illuminati. Quindi qualche strappetto ed eccoci a Cluny. Il nostro viaggio è terminato. Felici e contenti. E soprattutto pronti per una prossima avventura a pedali.

 

martedì 12 luglio 2011

 
 

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