Ecco cosa ci aspetta sul Ponte...
Ecco cosa ci aspetta sul Ponte...
Ecco cosa ci aspetta sul Ponte: protestiamo!
Riporto l’articolo uscito sul Gazzettino il 7 gennaio 2015 che illustra la situazione assurda che si verrà a creare con l’arrivo del tram a Venezia: da una parte il divieto a transitare sul cavalcavia di San Giuliano e dall’altra la pista incompleta per mancanza di fondi. Risultato: quasi impossibile arrivare a Mestre, se non a proprio rischio e pericolo...
Credo sia proprio il caso di far sentore la nostra voce...
Mercoledì 7 gennaio 2015
ADDIO anche a bici e pedoni
Quando in primavera entrerà in funzione il tram sul cavalcavia di San Giuliano passeranno solo le auto
Elisio Trevisan
Se tutto va bene e in primavera il tram arriverà finalmente a Venezia, per i ciclisti tutto andrà male, e pure per i pedoni. Il cavalcavia di San Giuliano, allora, non sarà interdetto solo ai mezzi pesanti ma anche a bici e a scarpe. Semplicemente perché non ci passano più. Se dovessero continuare a utilizzare il cavalcavia per andare e venire da Venezia, il tram non potrebbe rispettare le tabelle di marcia: se in quel tratto si trovasse un ciclista davanti, dovrebbe rallentare aspettando che la bici scali la rampa di salita.
SENZA ALTERNATIVA
Il problema sarebbe meno grave se per primavera fosse pronta la pista ciclabile alternativa studiata dai tecnici comunali e sostenuta dalla vecchia giunta Orsoni. Se tutto va bene, però, si riuscirà a completare solo la parte del Ponte della Libertà, con la sistemazione dell’attuale marciapiede lato sud e la costruzione della passerella a sbalzo nel tratto finale dove il ponte sale per arrivare allo svincolo del Tronchetto.
MANCANO I SOLDI
Per il resto del tragitto mancano i soldi, circa un milione e mezzo di euro: si tratta del percorso che parte dalla pista ciclabile di Via Torino, utilizza il sottopasso della stazione di Marghera, sbocca al Vega, corre sulla disastrata via delle Industrie e da lì in qualche modo, attraversando i terreni del patron di Umana Luigi Brugnaro, arriva ai Pili e si connette col ponte della Libertà.
SOLUZIONE CRITICATA
Una soluzione molto contestata dalle associazioni cittadine e dagli appassionati di bicicletta perché allunga il viaggio di almeno quattro chilometri e costringe la gente a passare per una zona non certo piacevole, quella del Vega e delle vecchie fabbriche abbandonate. Ad ogni modo sempre di una soluzione si tratta, in mancanza della quale, una volta chiuso al transito il cavalcavia, per i ciclisti Venezia sarà isolata da Mestre. In barba anche al nuovo padiglione dell’Expo.
LE BICI IN TRAM
Ecco perché le associazioni tornano a riproporre di far salire le bici sul tram alla fermata di San Giuliano e poi fino a Venezia. «È l’unico modo per consentire di arrivare in Piazzale Roma o al Tronchetto » spiega Giampiero Francescon del PdCi che da anni è un po’ il portavoce delle associazioni che chiedono una città più vivibile.
VANA PISTA SUL PONTE
Così, però, la pista ciclabile sul ponte sarebbe inutile. «È già inutile perché nessuno potrà più raggiungerla se non a rischio di essere investito da una macchina o da un camion. Purtroppo questo è il risultato dei progetti traditi o di lavori fatti male.»
PROGETTO TRADITO
In che senso? «Bè, originariamente il cavalcavia di San Giuliano doveva essere riservato solo a tram, ciclisti e pedoni, perché auto e camion avrebbero dovuto percorrere il nuovo cavalcavia che, però, non è mai stato costruito. E poi, una volta fatta la fruttata e dovendo aggiustare alla meglio il vecchio cavalcavia, hanno pensato bene di installare dei guard rail in grado di fermare anche un treno merci in corsa, quando sarebbe stati sufficienti delle protezioni molto meno invasive.»
GUARD RAIL ENORMI
I guard rail che fanno assomigliare il cavalcavia a un bunker saranno sicuramente una questione di sicurezza.
«Sì? E allora dovrebbero spiegarmi perché a Padova, lungo la linea del tram, il cavalcavia Borgomagno sopra alla ferrovia ha guard rail bassi e stretti e al Bassanello nemmeno quelli ci sono. Oltretutto a San Giuliano li hanno messi su tutta la struttura, non solo dove passa il tram. Il risultato è che hanno tolto 50 centimetri di larghezza, dove sarebbero potute passare le bici e i pedoni. Non dimentichiamo che spesso molto, venendo da Venezia, scendevano dal bus alla fermata di via Righi e andavano a piedi a San Giuliano. Oggi non si può più farlo».
Effettivamente, considerando che ora Anas e Autostrade per l’Italia possono installare guard rail più piccoli di classe H2 risparmiando il 40% dei costi ma abbassando la sicurezza, vien da pensare che a San Giuliano hanno fatto le cose in grande. «Certamente non hanno badato a spese» conclude Francescon.
lunedì 12 gennaio 2015